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Caralluma speciosa

La pianta della settimana. Scheda tecnica

Nome scientifico: Caralluma speciosa

Famiglia: Apocynaceae (precedentemente inclusa nella famiglia delle Asclepiadaceae)

Genere: Caralluma

Etimologia: Il nome del genere Caralluma deriva dal termine arabo "qahr al-luhum", che significa "ferita alla carne" o "mangiatore di carne", forse a causa della presenza di lattice tossico nelle piante che possono causare irritazione. L'epiteto specifico speciosa significa "bella" o "attraente" in latino, in riferimento ai fiori particolarmente vistosi e decorativi della pianta.

Origine e habitat: La Caralluma speciosa è originaria delle regioni aride e semi-aride dell'Africa e dell'Asia, particolarmente diffuse in paesi come l'India, lo Yemen e l'Arabia Saudita. Cresce prevalentemente in terreni sabbiosi e rocciosi, caratteristici delle aree desertiche.

Descrizione: è una pianta succulenta a crescita verticale, caratterizzata da steli carnosi di colore verde o grigiastro, spesso con bordi dentati o seghettati. Gli steli possono raggiungere altezze fino a 30 cm. Le foglie sono ridotte o assenti. 
I fiori, particolarmente decorativi, sono di colore variabile dal rosso al viola scuro, a volte con macchie o striature. Hanno una forma a stella, tipica del genere Caralluma, e spesso sono ricoperti da una leggera peluria. Si sviluppano su brevi peduncoli vicino all'apice degli steli. Come molte altre piante del genere Caralluma, emettono un odore sgradevole, simile a quello della carne in decomposizione. Questo odore ha lo scopo di attirare specifici impollinatori, come le mosche, che sono attratte da tali aromi. Sebbene il fiore sia esteticamente bello, l'odore non è molto gradevole per gli esseri umani.

Dopo la fioritura, possono formarsi piccoli frutti contenenti semi, che vengono dispersi dal vento.

Coltivazione: predilige un'esposizione in pieno sole per qualche ora la mattina o, in climi molto caldi soprattutto in estate, meglio mezz'ombra. L'intensità della luce è comunque fondamentale per favorire una buona fioritura.

Richiede un substrato ben drenante, ideale per piante succulente. Un mix di terriccio universale e sabbia o ghiaia è perfetto per evitare ristagni idrici, che potrebbero causare marciume radicale. L'aggiunta poi di inerti come pomice, lapillo e zeolite fa in modo che l'aqua venga rilasciata pian piano insieme a macro emicroelementi.

Durante il periodo vegetativo (da noi primavera ed estate), si può innaffiare quando il terreno è completamente asciutto. Durante l'inverno, l'irrigazione dovrebbe restare asciutta.

Tollera temperature alte, tipiche dei climi desertici, ma non sopporta il gelo. D'inverno, è meglio mantenerla in un ambiente con temperature non inferiori ai 10°C anche se completamente asciutta ressiste a minime più basse.

Durante il periodo di crescita, si può concimare una volta al mese con un fertilizzante specifico per piante succulente o cactus, ricco di potassio e povero di azoto. Io preferisco farlo solo una volta dopo le prime innaffiature al risveglio vegetativo.

È consigliabile rinvasare la pianta ogni 2-3 anni in primavera, utilizzando un vaso leggermente più grande (dimensionato alle radici) e sempre un buon substrato ben drenante.

 

Foto @specimenwerk

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Articoli | 06-10-24 06:22 | Visite: 60

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