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Euphorbia arborea (dendroides)
La pianta della settimana. Scheda tecnica
Famiglia: Euphorbiaceae
Genere: Euphorbia
Specie: arborea
Nomi comuni: albero candelabro
Etimologia: Il nome Euphorbia (assegnato da Linneo) deriva probabilmente dal dottore del re Juba II di Mauritania (Marocco). Euphorbus significava "ben nutrito".
Il termine dendroides deriva dal greco antico "δ?νδρον" (déndron), che significa "albero", e dal suffisso "-ειδ?ς" (-eidés), che indica somiglianza o forma. Quindi, dendroides significa "simile a un albero" o "con forma di albero". Questo nome si riferisce al portamento arbustivo della Euphorbia dendroides, che tende a svilupparsi con una struttura ramificata e legnosa, richiamando la forma di un piccolo albero.
Origine: è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, prevalentemente lungo le coste e le isole. È una specie xerofita, quindi ben adattata alla siccità e alla forte esposizione solare. Ad occidente fino alle coste della Spagna mediterranea e ad oriente fino all'Egeo; nel Nord Africa è presente in Algeria ed in Libia. È inoltre presente in Palestina e nelle Isole Canarie. È naturalizzata inoltre in Australia occidentale e nel sud della California.
Habitat: Vive in aree di macchia mediterranea e in tutte quelle zone con estati calde e siccitose e inverni con brevi e rare gelate. La Euphorbia dendroides è una pianta pirofila, cioè in grado di rigenerarsi dopo gli incendi, evento comune negli ambienti mediterranei.
Descrizione: è una succulenta molto conosciuta e presente come arbusto nelle nostre campagne, forma di cespugli, con fusto e rami dicotomi, alti da 50cm a 2 m. Una delle sue particolarità più interessanti è la colorazione che cambia durante l'arco dell'anno. In Primavera durante la fioritura, le foglie sono di un verde chiaro e vivace, mentre le infiorescenze assumono tonalità giallo-verdi. In Estate, con l'arrivo dei mesi caldi e secchi, la pianta perde le foglie (essendo decidua estiva), riducendo l'evaporazione e proteggendosi dalla siccità. In questa fase, la pianta può apparire spoglia e legnosa. In Autunno inizia la fase di ripresa vegetativa e reidratazione, con la formazione di nuove foglie che assumono un colore verde scuro, mentre il fusto rimane sempre di un colore verde acceso. In Inverno infine la pianta continua a mantenere le foglie, che spesso possono virare verso toni rossastri o arancioni, specialmente in aree con climi più freddi o in presenza di stress idrico.
Le foglie sono alterne, spaziate, oblungo-lanceolate, di colore dal verde-glauco al rossiccio, lunghe fino a 7 cm, e sono disposte nella parte superiore dei rami giovani dove rimangono dalle prime piogge autunnali sino all'inizio dell'estate quando si colorano di rosso e quindi cadono.
Ha fiori di color giallo-oro, raccolti in ombrelle terminali con 5-8 raggi, circondate da numerose brattee. Fiorisce da aprile a giugno. Il frutto è un coccario tricarpellare, largo 5–6 mm contenenti semi appiattiti, grigi, lisci, lunghi 3 mm. Una volta maturi la capsula esplode lanciando i semi distanti dalla pianta.
Coltivazione: è una specie molto facile da far crescere sia in vaso che in piena terra. Anche se non ha bisogno di un substrato particolare è meglio utilizzarne uno minerale molto drenante così può essere annaffiata moderatamente tutto l'anno (tranne nei mesi più freddi dell'inverno). Può tollerare temperature fino a -4 ° C (-10 ° C se le radici vengono mantenute asciutte). Ha bisogno di molta luce per avere una colorazione vivace tutto l'anno.
Propagazione: Si propaga dai semi in primavera o estate. La germinazione avviene entro 3 settimane. Può essere riprodotta per talea. Scegliere rami sani e maturi della pianta e tagliare talee di circa 10-15 cm di lunghezza e lasciare asciugare per bene diverse settimane il taglio (altrimenti se piantata subito marcisce facilemente). È meglio lavare il taglio per rimuovere il lattice spruzzando acqua subito dopo il taglio.
Note: il lattice delle Euphorbie come detto più volte è urticante, maneggiare con cura, evitare il contatto con occhi e zone sensibili. Lavare accuratamente le mani dopo essere entrati in contatto con il lattice.
Articoli | 07-09-24 11:59 | Visite: 313
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